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Parrocchia Mater Dei.
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Cosa si intende per ecumenismo?

 Cosa si intende con ecumenismo?

Il termine ecumenismo indica la coscienza dolorosa della divisione dei cristiani e il conseguente atteggiamento di impegno per l’unità, per rispondere alla volontà e alla preghiera di Cristo “ut unum sint” (Gv 17).

La Chiesa di Cristo sempre ebbe l’esperienza di tensioni e divisioni al suo interno, dai tempi della comunità di Corinto fino ai nostri giorni. Parve (e pare) a molti quasi una condizione ineluttabile alla quale accostumarsi. Fu all’inizio del sec. XX che nella Chiesa si prese coscienza con dolore di questa situazione di divisione e maturò l’atteggiamento di promozione dell’unità dei cristiani. Per esprimere questo “movimento di coscienze e di iniziative” si cercò una parola “non confessionale”, adatta per tutti, e si scelse la parola antica e gloriosa di ekumène (“terra abitata”, Mt. 24,14), da cui deriva ecumenismo.

 

Quali sono le divisioni tra cristiani?

Nel Credo noi proclamiamo: “Credo la Chiesa una, santa, cattolica, apostolica” e abbiamo la fede che l’unità, «che Cristo ha donato alla sua Chiesa fin dall’inizio, […] sussista, senza possibilità di essere perduta, nella Chiesa cattolica e speriamo che crescerà ogni giorno di più sino alla fine dei secoli» (Unitatis redintegratio 4 e LG 8).

Le Chiese ortodosse, nate a partire dall’anno 1054, hanno una comunione con la Chiesa cattolica, così profonda «che le manca ben poco per raggiungere la pienezza che autorizzi una celebrazione comune della Eucaristia del Signore» (Paolo VI); non sono tuttavia in piena comunione con la Chiesa cattolica, in quanto esse non sono in comunione con il capo visibile della Chiesa cattolica che è il Papa, successore di Pietro.

Le Comunità ecclesiali non-cattoliche sono soprattutto quelle nate dalla riforma del 16° secolo: protestanti (ispirate al pensiero e all’opera di Martin Lutero: 1483-1546), anglicana (nata nel 1534) e molte altre denominazioni cristiane, che sono nate e nascono ancora. Non hanno la successione apostolica nel sacramento dell’Ordine, e perciò sono prive anche della integra sostanza dell’Eucarestia (cfr. UR 22.3).

Noi tutti poggiamo sulla roccia di Cristo-Chiesa però manca l’unità dei cristiani e per questo preghiamo, dialoghiamo, collaboriamo.

Nella Chiesa cattolica il termine “ecumenismo” divenne popolare solo con il Concilio Vaticano II. Tutti i Papi, da Giovanni XXIII fino all’attuale Francesco, si sono molto impegnati per la comprensione, la relazione e la promozione dell’unità dei cristiani, dichiarando l’“irreversibilità della scelta ecumenica” (Ut unum sint 3).

 

Cos’è la “Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani”?

È un’iniziativa ecumenica di preghiera nel quale tutte le confessioni cristiane pregano insieme per il raggiungimento della piena unità che è il volere di Cristo stesso.

Da oltre 100 anni, si svolge dal 18 al 25 gennaio, festa della conversione di san Paolo, ad indicare simbolicamente unità e conversione. Fu avviata ufficialmente dal pastore episcopaliano Paul Wattson a New York, nel 1908, come Ottavario per l’unità della Chiesa. È diventata una pratica comune a tutte le Chiese e comunità ecclesiali cristiane. La Settimana di preghiera è una espressione pubblica e comune del movimento ecumenico. 

 

Il nostro impegno ecumenico

L’ecumenismo è un impegno anche in Italia.

Il Dossier statistico sull’immigrazione del 2017 ci informa che sono 5.047.028 gli stranieri regolari residenti in Italia; di questi il 53,0% sono cristiani, dei quali 1.500.000 ortodossi; seguiti dai cattolici (circa 1.000.000) e dai protestanti (più di 250.000); sono 1.600.000 i mussulmani (32,2%) e percentuali minori di altre religioni. Questo ci dice che, anche in Italia, il tema dell’ecumenismo è un fatto popolare e pastorale.

Anche nella Parrocchia “Mater Dei” ci sono molti cristiani di altra confessione o comunità cristiana e tutti siamo impegnati ad avere rapporti fraterni in quanto fratelli di fede.  Ai tempi di Don Orione, in ambito cattolico, quasi non esisteva ancora la parola e l’atteggiamento ecumenico, il nostro Fondatore fu un antesignano, sperimentò sia la coscienza dolorosa della divisione e sia il desiderio attivo per l’unità dei cristiani nella Chiesa. Lo spirito e l'impegno per l’unità dei cristiani è presente già nelle Costituzioni del 1904 e si espresse in varie iniziative concrete. E un impegno che deve caratterizzare anche la nostra Parrocchia oggi.
 

 

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