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Parrocchia Mater Dei.
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Nella foto: Giovanni Paolo II al Centro Don Orione di Roma, Monte Mari, 11 novembre 2011.

Era l'11 novembre 2001. La sua omelia.

 VISITA PASTORALE DI GIOVANNI PAOLO II

ALLA PARROCCHIA SANTA MARIA MATER DEI

Domenica, 11 novembre 2001

 

La visita del Santo Padre alla parrocchia orionina Santa Maria Mater Dei di Roma è avvenuta domenica 11 novembre 2001.

“Un giorno indimenticabile” lo ha definito il parroco Don Savino Lombardi al quale lascio la parola per raccontare a tutti noi l’emozione per tale evento.

“Nella vita gli eventi importanti che la segnano sono pochi. Per noi religiosi il giorno della prima professione, della professione perpetua e dell’ordinazione sacerdotale, per definizione sono i “giorni più belli della nostra vita”. Per noi orionini ce n’è un altro di “giorno bello”: incontrare il Papa. Ebbene, io ho incontrato il Papa!.

Il Pontefice è arrivato verso le 9.15, un quarto d’ora prima del previsto. Ha salutato subito i bambini con le loro famiglie e poi si è avviato verso l’entrata della Casa di Accoglienza; ha baciato l’altare situato all’esterno dell’Istituto; è entrato dentro dove lo aspettavano i religiosi. Sono sfilati tutti davanti al Papa per salutarlo.

Tutta la visita è durata circa due ore; e non è piovuto fino a cinque minuti dopo la partenza del Santo Padre. Tutti abbiamo vissuto queste due ore con forte intensità, minuto per minuto, senza farci sfuggire nulla.

Cosa ci ha lasciato il Santo Padre?  Molto semplicemente: incarnare la fede nella vita di ogni giorno; “Prendi il largo non temere, Comunità parrocchiale della Mater Dei, animata dal desiderio di servire Cristo e di testimoniare il suo Vangelo di salvezza!”. E’ questo il messaggio che la nostra comunità parrocchiale deve recepire dal suo Vescovo. Avere il coraggio di prendere il largo e distaccarsi dalle certezze solo umane; avere il coraggio di riempirsi di Dio per poter, con le reti, “pescare” per il Regno di Dio!

“Grazie Santità!”, è stata la frase che ho pronunciato molte volte; è un’espressione che mi veniva dal cuore. Qui la ripeto: “Grazie Santità!”, per essere venuto tra noi, per averci dato la forza di guardarci dentro, per la Sua attenzione ad ogni nostro movimento, per averci dato il “coraggio” di “cominciare… a prendere il largo”; grazie perché ama la Chiesa, questa Chiesa! Grazie, perché ha donato alla “mia gente” la speranza che nella vita si può sempre cambiare e migliorare; grazie per averci insegnato a vivere ogni momento della nostra vita con intensità, grazie perché ama la vita, dono di Dio!".

 

L’OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Domenica, 11 novembre 2001

1. "Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi, perché tutti vivono per lui" (Lc 20,38).

Abbiamo celebrato il 2 novembre la Commemorazione di tutti i fedeli defunti. La Liturgia di questa 32ª domenica del tempo ordinario torna nuovamente su questo mistero, e ci invita a riflettere sulla realtà consolante della risurrezione dei morti. La tradizione biblica e cristiana, fondandosi sulla Parola di Dio, afferma con certezza che, dopo quest'esistenza terrena, si apre per l'uomo un futuro di immortalità. Non si tratta di una generica affermazione, che intende venire incontro all'aspirazione dell'essere umano verso una vita senza fine. La fede nella risurrezione dei morti si fonda, come ricorda l'odierna pagina evangelica, sulla fedeltà stessa di Dio, che non è il Dio dei morti, ma dei vivi, e comunica a quanti confidano in Lui la medesima vita che egli possiede in pienezza.

2. "Ci sazieremo, Signore, contemplando il tuo volto!" (Sal. resp.). Il ritornello del Salmo responsoriale ci proietta in questa vita oltre la morte, che è meta e pieno compimento del nostro pellegrinaggio qui sulla terra. Nel Primo Testamento si assiste al passaggio dall'antica concezione di un'oscura sopravvivenza delle anime nello sheol alla ben più esplicita dottrina della risurrezione dei morti. Lo attesta il Libro di Daniele (cfr Dan 12,2-3) e, in maniera esemplare, il Secondo Libro dei Maccabei, da cui è tratta la prima lettura poc'anzi proclamata. In un'epoca in cui il popolo eletto era ferocemente perseguitato, sette fratelli non esitarono ad affrontare insieme con la loro madre le sofferenze e il martirio pur di non venir meno alla loro fedeltà al Dio dell'Alleanza. Uscirono vincitori da tale terribile prova, poiché erano sostenuti dall'attesa dell'"adempimento delle speranze di essere da lui di nuovo risuscitati" (2 Mac 7,14).

Ammirando l'esempio dei sette fratelli riferito nel Libro dei Maccabei, ribadiamo con fermezza la nostra fede nella risurrezione dei morti di fronte a posizioni critiche anche del pensiero contemporaneo. E' questo uno dei punti fondamentali della dottrina cristiana, che illumina di luce consolante l'intera esistenza terrena.

3. Carissimi Fratelli e Sorelle della Parrocchia di Santa Maria Mater Dei! Con grande gioia mi incontro quest'oggi con la vostra accogliente Comunità cristiana, ospitata in questo Centro Don Orione di Monte Mario, che ho avuto la gioia di visitare quindici anni or sono. Torno volentieri tra voi, carissimi, e a tutti rivolgo il mio affettuoso saluto.

Saluto anzitutto il Cardinale Vicario e il Vescovo Ausiliare di Settore. Saluto il Direttore Generale dei Figli della Divina Provvidenza e il Direttore Provinciale. Saluto il vostro zelante Parroco, don Savino Lombardi, i Vicari parrocchiali, la Comunità dell'Istituto Teologico e tutti i religiosi orionini, che operano in questo vasto complesso al servizio dei più poveri. Estendo il mio pensiero ai collaboratori, ai volontari ed ai laici impegnati nelle molteplici attività pastorali e sociali. Saluto le religiose dei cinque Istituti che vivono nel quartiere. Tanta ricchezza di carismi e di persone consacrate costituisce un grande dono per l'intera Parrocchia.

Abbraccio con affetto e calore specialmente voi, cari ragazzi e ospiti dell'Istituto Don Orione, che siete il cuore di quest'Opera in cui ben si riflette lo spirito del Fondatore. Allargo, poi, il mio pensiero agli ammalati, alle persone sole e anziane e a tutti gli abitanti di questo quartiere.

4. Carissimi Fratelli e Sorelle! So che vi siete preparati all'odierno incontro meditando insieme sulla Lettera apostolica Novo millennio ineunte. Lasciate che ripeta anche a voi l'invito di Cristo a Pietro: "Duc in altum - Prendi il largo!" (Lc 5,4). Prendi il largo e non temere, Comunità parrocchiale della Mater Dei, animata dal desiderio di servire Cristo e di testimoniare il suo Vangelo di salvezza! A questo vasto sforzo apostolico partecipino concordi coloro che operano nei vari ambiti pastorali, dalla catechesi alla liturgia, dalla cultura alla carità.

Il vostro quartiere è abitato da non pochi professionisti, giornalisti e docenti universitari. Questo offre l'opportunità di sviluppare un'utile esperienza pastorale, coinvolgendo questi esperti e operatori del linguaggio e della comunicazione in itinerari di riflessione e di approfondimento sui temi fondamentali della dottrina cristiana. Il rapporto tra fede e vita costituisce oggi una delle sfide più impegnative per la nuova evangelizzazione.

Inoltre, in questo Centro, che è il cuore della Parrocchia, è forte il riferimento al beato Luigi Orione, apostolo infaticabile della carità e della fedeltà alla Chiesa. Seguitene, carissimi, le orme imitandolo nell'obbedienza filiale alla Chiesa, nella ricerca instancabile del bene delle anime, nell'attenzione ai poveri e ai bisognosi. Stanno davanti a voi le "vecchie" e le "nuove" povertà, che attendono la vostra generosa disponibilità.

5. Un pensiero speciale dirigo a voi, cari giovani. So quanto vi siete impegnati nella preparazione e nella celebrazione della Giornata Mondiale della Gioventù nell'agosto dell'anno scorso. A conclusione dell'indimenticabile Veglia a Tor Vergata ho invitato i giovani del mondo intero ad essere "sentinelle del mattino di quest'alba del terzo millennio". Rinnovo ora a voi quest'esortazione, perché siate "sentinelle" attente e vigilanti, che tengono desta l'attesa di Cristo. Siate missionari dei vostri coetanei, senza scoraggiarvi dinanzi alle difficoltà e cercando forme di evangelizzazione adatte al mondo giovanile.

A tale riguardo, penso al bene che da molti anni compie la "Polisportiva Don Orione", ora perfettamente integrata nella Comunità parrocchiale, come pure alle opportunità apostoliche che offrono i Centri di Formazione Professionale. Mi complimento inoltre con voi, cari giovani della Parrocchia, per aver dato vita alla significativa iniziativa, denominata "Capodanno alternativo", che coinvolge ormai molti altri vostri coetanei. Ogni anno essa riunisce qui a Roma, negli ultimi giorni di dicembre, ragazzi e ragazze di diverse regioni italiane e si allarga progressivamente ad altri Paesi e Continenti.

Con l'entusiasmo che contraddistingue la vostra età, preparatevi alla prossima Giornata Mondiale della Gioventù, che si celebrerà, a Dio piacendo, a Toronto nel luglio del 2002, approfondendone il Messaggio che si ispira alla frase evangelica: "Voi siete il sale della terra... voi siete la luce del mondo" (Mt 5,13-14).

6. Dio Padre, che in Cristo Gesù "ci ha amati e ci ha dato, per sua grazia, una consolazione eterna e una buona speranza, conforti i vostri cuori e li confermi in ogni opera e parola di bene" (2Ts 2, 16-17).

Cari Fratelli e Sorelle, con queste parole dell'apostolo Paolo, risuonate nella nostra assemblea liturgica, vi incoraggio a proseguire nel vostro quotidiano impegno cristiano. Per un fecondo apostolato di bene, siate fedeli alla preghiera e restate ancorati alla salda roccia che è Cristo. Vi aiuti in questo itinerario spirituale il beato Luigi Orione. Vi assista la Madonna, che da questo colle veglia sulla Città e che voi parrocchiani avete come Patrona col bel titolo di "Mater Dei". A Lei, Madre di Dio e della Chiesa, tutti vi affido. Sia Lei a proteggervi e ad accompagnarvi in ogni momento. Amen!

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