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Parrocchia Mater Dei.
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Autore: Flavio Peloso

I miei ricordi personali della canonizzazione di San Luigi Orione.

Di quel 16 maggio 2004, giorno della canonizzazione di Don Orione, ho tre fotografie nella memoria.
La prima è quella del faccione sorridente e degli occhioni vivi e dolci dello stendardo di Don Orione nella loggia centrale della basilica di San Pietro.

              
La seconda foto è quella della folla immensa di Orionini e devoti di Don Orione in piazza che vedevo dall’alto del sagrato della Basilica ove mi trovavo come Postulatore.
La terza foto è quella dell’ “a tu per tu”, gli occhi negli occhi, con Giovanni Paolo II nel momento in cui, come Postulatore, lo ringraziavo per il dono della canonizzazione.
Queste tre foto della memoria sono sorgente di sentimenti e di percezioni spirituali ancora vivissime che mi sostengono nel cammino della vita.

Conoscere e far conoscere Don Orione è stata per me una vocazione nella vocazione, perciò mi sono sentito sorpreso e grato nell’avere la sorte di aiutare il riconoscimento del miracolo e, conseguentemente, della canonizzazione. Avevo una gioiosa passione come postulatore e anche un certo timore di non fare abbastanza per far riconoscere e rivelare la meraviglia di quello che, dopo le prime indagini, mi convinsi trattarsi di un miracolo.
Ricordo che io ebbi la notizia del riconoscimento del miracolo alle 11.10 del 16 gennaio 2003, fuori della sala del congresso della Congregazione per le Cause dei Santi, ove era riunita la Consulta medica che si pronunciò con esito positivo all’unanimità circa la “guarigione rapida, completa e duratura, senza terapia, del Signor Pierino Penacca da carcinoma polmonare, necrotico, a grandi cellule, vastamente infiltrante, non scientificamente spiegabile”. Mi calarono nell’anima una commozione e una gioia indescrivibili: avveniva qualcosa di importante per tutta la Famiglia Orionina, per tanta gente nel mondo, per la Chiesa, per il futuro.

E poi, il ricordo va, oggi, al Santo Padre Giovanni Paolo II, per i due grandi eventi della beatificazione di Don Orione, all’inizio del suo pontificato, e della canonizzazione di Don Orione, alla fine.
All’udienza dopo la beatificazione del 26 ottobre 1980, Giovanni Paolo II disse di considerare Don Orione, che tanto amò la Polonia, patrono del suo pontificato.
La canonizzazione di Don Orione fu invece l’ultima del suo pontificato. La salute poi peggiorò sempre più e morì a distanza di meno di un anno, il 3 aprile 2005. Con grande fatica personale, fu presente in mezzo al popolo orionino, il 15 maggio sera, nell’indimenticabile “Festa del Papa”, nella sala Paolo VI, stipata di 10.000 orionini. Di Don Orione disse che “a tutti ha indicato la via del bene. Umile e ardimentoso, in tutta la sua vita fu sempre pronto e chino sui bisogni dei poveri, tanto da onorarsi dell’epiteto di «facchino della Divina Provvidenza»”. Il giorno dopo, nell’omelia della Messa di canonizzazione, lo presentò al mondo come lo “stratega della carità.. che proclama «solo la carità salverà il mondo»”. Caro e santo Giovanni Paolo II!

A tutti i miei cari Confratelli, Consorelle, Laici consacrati e associati e devoti tutti di Don Orione auguro che, nell’anima, percepiscano Don Orione "davanti" alla vita, come padre e maestro da seguire, più che "dietro", come un ricordo e una bella storia passata.
In questo 16 maggio, veneriamo un Don Orione giù dalla nicchia, un Don Orione che ci precede nella Galilea della vita quotidiana; un padre che sorridendo benevolo ai complimenti e gesti simpatici di devozione ci esorta: Non chi dice “Don Orione, Don Orione!” è mio fratello, sorella, amico, ma chi fa la volontà del Padre, chi segue Gesù, chi è più santo.

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