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Parrocchia Mater Dei.
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Autore: Flavio Peloso, Paolo Paolacci.

L'intervista di Paolo Paolacci tocca vari argomenti: la religiosità, la fede cristiana, il futuro del mondo, il pacifismo.

NON C’È TEMPO DA PERDERE

INTERVISTA A DON FLAVIO PELOSO

 

Chi è don  Flavio Peloso oggi.

È un sacerdote della Congregazione di Don Orione, parroco a Roma, nella Parrocchia Santa Maria Mater Dei. Giunto ai 66 anni, mi pare di essere ancora vivo e con il gusto di conoscere, di incontrare, di fare del bene.

Chi è stato fino a qualche anno fa.

Fino a due anni fa sono stato superiore generale dell’Opera Don Orione.

Che significa essere orionino

Uomo, cristiano, orionino sono un tutt’uno per me. Sono cresciuto nella famiglia orionina e il carisma di Don Orione è nella filigrana del mio tessuto di vita come fiducia nella Divina Provvidenza, come attenzione verso chi è povero di beni e di Dio, come amore al Papa e alla Chiesa luogo di fraternità universale.

Che cos'è la religione cattolica rispetto alle altre.

È la risposta umana a Dio che ha voluto dare notizie di sé per salvarci dalla miseria di non sapere bene chi siamo, dove andiamo, cosa è bene o male per noi, quale è il destino dopo questa vita. È il legame (religione significa legame, unione) che si crea tra Dio, che si è rivelato creatore e padre, e l’uomo, che si riconosce creatura e figlio.

Perché contendersi quasi un dio e non percepire la Grande Armonia?

Non c’è da contendere Dio, piuttosto bisogna tendere a Dio. Se l’uomo crea dio, allora ci sono tanti dei. Ma se Dio ha creato l’uomo, ed è all’origine della vita, allora c’è un solo Dio che mette in armonia tutto e tutti, se tendono a lui.  

L'uomo da sempre ha creduto: in che cosa?

La storia e la fenomenologia delle religioni documentano che l’uomo, in tutte le epoche e in tutte le culture, ha colto la sua finitezza, e questo è il primo atto di ragione e anche preambolo di fede. Poi, guidato dal senso della finitezza, l'uomo è andato “come a tentoni” cercando l’infinito, Dio, con il quale entrare in contatto, fidandosi di indizi, di intuizioni dell’anima, di insegnamenti di saggi, e qualche volta anche di imbroglioni. Sono nate tante espressioni religiose, organizzate in religioni.

E i cristiani in che cosa credono?

La storia ebraico-cristiana non racconta dell’uomo che cerca Dio, ma di Dio che cerca l’uomo ed entra in relazione con lui. Il massimo di questa relazione si ebbe quando Dio “venne ad abitare in mezzo a noi” con il figlio suo Gesù, vero uomo e vero Dio. Ma il bello è che questa presenza continua non più storicamente (Gesù è vissuto tra noi per poco più di 30 anni) ma sacramentalmente, cioè con dei segni (sacramenti) che trasmettono lo Spirito, cioè la presenza di Dio. La storia della relazione continua.

Che differenza c'è tra la ricchezza e la povertà dei rappresentanti della Chiesa?

Intanto bisogna dire che ogni cristiano è rappresentante della Chiesa. Se per rappresentanti si intendono persone che hanno un’autorità o un ruolo speciale nella Chiesa, allora il discorso si fa più semplice. Chi vive con cuore e con stile umile e povero rappresenta bene la Chiesa, mentre chi vive con cuore e con stile orgoglioso e ricco la rappresenta male. Questo ha mostrato e insegnato Gesù, questo ha documentato la storia.

Quanto tempo abbiamo per far crescere un mondo migliore.

Non abbiamo molto tempo. Abbiamo il nostro oggi. Non c’è da perdere tempo. Io, conoscendo che Dio è presente nel mondo, so che alla costruzione del mondo collaborano la mano della Divina Provvidenza e la mano dell’uomo. Quanto più agiscono in sintonia e in collaborazione tanto più il mondo migliora. Diversamente, accade che una mano fa e una disfa.

Ho letto il tuo articolo sulla rivista “Don Orione oggi” di maggio 2018, dove parli dell'abilità di san Luigi Orione come talent scout? Lanciò in un futuro brillante molti giovani.

Don Orione fu un eccellente talent scout per capacità innata, per amore del bene, per l’interesse del futuro dei giovani. Quando vedeva buoni talenti di studio o di arte nei giovani, Don Orione li incoraggiava e li sosteneva nello studio sino al loro decollo. Fu così con Ignazio Silone (1900-1978) letterato, Ezio Carabella (1891-1964) musico, Gaspare Goggi e Cesare Pisano (1900- 1964) due santi discepoli, solo per citarne alcuni. Ma con tutti era così. Chi sa vedere e sa far vedere il futuro ai giovani è un educatore talent scout. Don Orione aveva chiaroveggenza e fiducia nella Divina Provvidenza. Sapeva tradurre gli ideali in realtà e sapeva elevare la realtà agli ideali. Un buon educatore deve avere la concretezza dell’uomo pratico e la consuetudine nel discernere le ispirazioni dello Spirito per mettersi al riparo sia dai rischi del sognatore e sia dalla miopia del pragmatico.

Ci sono uomini sospesi e uomini affogati, altri che respirano e altri che sognano: di cosa ha bisogno l'umanità.

L’umanità ha bisogno di tutti: chi è sospeso spesso impara la concretezza e trasmette la voglia di vivere; chi è affogato spesso diventa salvatore di altri in condizione disperata; chi respira la normalità e la bellezza feriale della vita può diventare riferimento per chi attraversa affanni e turbolenze; chi sogna può dare orizzonte a chi vive un’esistenza piatta e cinica. L’umanità ha proprio bisogno di tutti, non c’è nessuno da scartare. Ma l’umanità ha bisogno soprattutto di “fratelli” che vivano il coinvolgimento, la solidarietà, la cura, la gratitudine, la fiducia nel futuro. Di fraternità c'è bisogno. La fraternità, il terzo cardine dell’umanesimo laico – liberté, egalité, fraternité –, senza il Padre non regge. Abbiamo bisogno della paternità di Dio.

Il pacifismo di Gesù e la totale inflessibilità delle sue certezze: è questo che non abbiamo capito? E perché? Grazie.

Chi conosce la verità non è inflessibile ma fermo, proprio perché sa. E Gesù sapeva una cosa fondamentale: che Dio è Padre, che noi siamo figli suoi e fratelli tra di noi. Sapendo questo, si piegava con compassione e dolcezza a tutti, a storpi, ciechi, lebbrosi, a eretici, prostitute, oppressori e nemici. Tutti fratelli. Il pacifismo spesso indica solo degli obiettivi e compie gesti simbolici, fa dei passi, ma non ha la passione e la forza per raggiungerli. Solo la fraternità dà l’intelligenza e l’energia per tendere alla pace. Don Orione diceva che “solo la carità salverà il mondo”.

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