Questo sito utilizza cookie per le proprie funzionalità e per mostrare servizi in linea con le tue preferenze. Continuando a navigare si considera accettato il loro utilizzo. Per non vedere più questo messaggio clicca sulla X.
Parrocchia Mater Dei.
thumb




COMUNICATO STAMPA


RICONOSCIUTO UN MIRACOLO DI DON ORIONE.
ORA SE NE ATTENDE LA CANONIZZAZIONE.


 

Roma, 7 luglio 2003
Oggi alla presenza del Santo Padre, Giovanni Paolo II, è stato ufficialmente promulgato il Decreto che riconosce un miracolo attribuito all’intercessione del Beato Don Luigi Orione, fondatore della Piccola Opera della Divina Provvidenza, “padre dei poveri e benefattore dell’umanità dolorante e abbandonata”, come lo definì Pio XII, “una geniale espressione della carità cristiana”, come disse di lui Giovanni Paolo II nell’omelia della beatificazione.

Almeno in questo caso, si può dire che Don Orione è stato “profeta in patria” in quanto il miracolato, Pierino Penacca, è della diocesi di Tortona (Alessandria) essendo nato a Momperone il 14 maggio 1912. Pierino, conobbe Don Orione in gioventù e fu atto spontaneo per lui e per tutta la famiglia ricorrere all’intercessione del beato quando, nel novembre 1990, dopo allarmanti sbocchi di sangue gli fu ripetutamente diagnosticato un tumore ai polmoni. Peggiorando le condizioni fisiche generali, il 28 novembre fu ricoverato all’Ospedale San Raffaele di Milano ove altri due referti citologici, confermarono la diagnosi di “carcinoma polmonare”. E’ a questo punto che interviene la preghiera e l’intercessione di Don Orione.

La figlia Gabriella, ha testimoniato che le comunicarono l’esito infausto del secondo esame citologico nel pomeriggio del 31 dicembre 1990: “Quella sera, ho pregato e parlato a Don Orione mentre stringevo forte, fino quasi a farmi male, una reliquia di Don Orione… Dopo la preghiera, dopo quel travaglio interiore, all’improvviso mi entrò una grande quiete che sentivo non mia. Mi sono sentita contenta e serena perché Papà l’avevo messo in buone mani”. L’altra figlia, Isaura, saputa la triste notizia “mi fermai al santuario della Madonna della Guardia, a Tortona, sono andata direttamente da Don Orione, girando attorno alla sua urna, e gli feci la supplica nei termini della sera prima: So che papà è molto grave; Don Orione, se puoi, chiedi al Signore che ce lo lasci ancora un po”.

Tutta una crociata di preghiere rivolte a Don Orione si mosse a favore dell’ammalato assai noto e caro nell’ambiente orionino: pregarono i famigliari, alcuni sacerdoti orionini e anche gli ospiti disabili del Piccolo Cottolengo di Seregno, che il signor Penacca era solito beneficare, animati dall’infermiere Ennio Moneghini, che ha raccontato: “Tutti insieme volevamo ottenere questa grazia. Avevamo delle reliquie di Don Orione con le quali pregavamo… Avevamo pregato parecchio, anche con i ragazzi handicappati del Piccolo Cottolengo. E poi mi venne una sicurezza: stai tranquillo andrà tutto a posto”.

Di fronte alla prognosi infausta e data l’età avanzata del paziente, già in grave stato di decadimento, al San Raffaele non fu ritenuta opportuna e possibile alcuna terapia specifica, né chemioterapica né radioterapica. Fu dimesso il 10 gennaio 1991, senza cure specifiche, lasciandolo al suo destino e solo invitando i familiari a prendere contatto con un esperto di terapia del dolore per alleviare i suoi ultimi giorni. Non ce ne fu bisogno.
“Lo stato di salute di papà riprese bene e rapidamente”, hanno affermato unanimemente i figli Fiorenzo, Gabriella e Isaura. Totalmente guarito. Non ci furono più referti clinici o manifestazioni che in qualche mondo parlassero del tumore al polmone. Pierino Penacca riprese la sua vita di sempre: lavorava nei campi, potava, lavorava da falegname, tagliava legna con la sega a nastro, suonava la fisarmonica. Si conservò molto vivo, fino a pochi mesi dalla morte, avvenuta il 2 aprile 2001, a quasi 89 anni per cause estranee al tumore.

Fu il dottor Francesco Misenti, medico di famiglia, a insospettirsi scientificamente dell’accaduto. I familiari, che avevano tenuto il riserbo sulla prodigiosa guarigione, una spiegazione però l’avevano e l’hanno testimoniata prima al Postulatore di Don Orione, Don Flavio Peloso, e poi davanti al tribunale ecclesiastico presieduto dal vescovo di Tortona, Mons. Martino Canessa.
L’inchiesta diocesana è stata svolta a Tortona dal 4 gennaio al 12 marzo 1999. Furono ascoltati i testimoni informati; furono raccolte prove e documenti clinici sul caso. Poi tutto il materiale fu trasmesso alla Congregazione vaticana per le Cause dei Santi per l’accurato studio dal punto di vista scientifico e teologico.

La Consulta Medica del 16 gennaio 2003, si è pronunciata in piena unanimità circa la non spiegabilità scientifica della guarigione. Infatti, si trattava di un “carcinoma polmonare, necrotico, a grandi cellule, vastamente infiltrante” per il quale “la regressione spontanea, clinica e citomorfologica, di tale lesione, con una guarigione rapida, completa e duratura e una sopravvivenza del paziente, mai sottoposto a terapia, per altri 12 anni, non risulta spiegabile in termini medici”.

Successivamente, la Consulta dei Teologi, nella riunione del 4 aprile 2003, avendo presente il giudizio della Consulta medica, ha verificato che nella sequenza di tempo tra prognosi infausta, preghiera a Don Orione e guarigione c’è un nesso di continuità. Tutti, all’unanimità, alla domanda se si tratti di un miracolo, hanno risposto affermativamente.

Infine, è giunto il giudizio autorevole dei Padri Cardinali e Vescovi durante la Sessione Ordinaria del 3 giugno 2003, essendo relatore-ponente Mons. Andrea Erba, vescovo di Velletri. I Padri hanno giudicato all’unanimità trattarsi di un miracolo attribuito al beato Luigi Orione.

Sua Santità, Giovanni Paolo II, informato dell’intera questione, ha ratificato con il suo assenso il giudizio positivo dato dalla Congregazione dei Santi, disponendo che si preparasse il Decreto sul predetto miracolo.

Il Decreto pubblicato oggi dalla Santa Sede mette l’autorevole sigillo pontificio sul giudizio di un evento che ha ridato la salute ad un uomo, gioia ad una famiglia, ma che è tale da accreditare la fiducia nella Divina Provvidenza e in Don Orione invocato come intercessore. La Chiesa riconosce i miracoli proprio per confortare la fede in Dio e nutrire la speranza dei cristiani ma anche dei lontani dalla fede.

Il miracolo riconosciuto, come è nella tradizione e nella prassi della Chiesa, è anche un segno di ulteriore conferma della santità del Beato invocato. Con il Decreto promulgato oggi si apre la strada della canonizzazione di Don Orione. Sarà il Papa, riunendo in Concistoro i Cardinali, a decidere il riconoscimento di Don Orione quale “santo” della Chiesa universale.

“E’ una bella notizia che viene a coronare le celebrazioni del Centenario della Piccola Opera della Divina Provvidenza – ha commentato Don Roberto Simionato, superiore generale – è un’ulteriore conferma di una eredità santa che noi religiosi, sacerdoti, suore e laici orionini dobbiamo onorare e investire perché fruttifichi sempre più a gloria di Dio e a bene dei fratelli più bisognosi”.

 

Lascia un commento
Code Image - Please contact webmaster if you have problems seeing this image code  Refresh Ricarica immagine

Salva il commento

thumb
Buonanotte del 23 aprile 2024