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Parrocchia Mater Dei.
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Nella foto: Rembrandt, 'Il figlio prodigo'.

Forse per rendere Dio più vicino all’esperienza umana, qualcuno lo definisce “madre”. So che è stato Giovanni Paolo I a usare questa definizione di Dio, ma sinceramente io lo trovo un antropomorfismo sconveniente.

La frase di Giovanni Paolo I, pronunciata all’Angelus del 10 settembre 1978, «Dio è papà; più ancora è madre», destò meraviglia e discussioni a non finire.
Sembrò un’espressione inaudita, eppure non era nuova questa frase. Già san Clemente Alessandrino (150-215 dopo Cristo) aveva fatto una simile affermazione quando scrisse: “Per la sua misteriosa divinità Dio è Padre. Ma la tenerezza che ha per noi lo fa diventare Madre”.

Che sorpresa, per me, trovare questa affermazione anche negli scritti del nostro san Luigi Orione! Per incoraggiare un confratello, scrisse: “Digli che, anche con le lagrime, qui prego per lui e che il Signore è grande, ed è nostro Padre e nostra Madre, e ciò che noi non sapremo fare verso di lui, lo farà il Signore che è nostra Madre e nostro Padre!” (Scritti 102, 138).

La Bibbia, di fatto, è ricca di immagini materne di Dio, però “Dio non viene mai qualificato né invocato come madre, sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento. Madre nella Bibbia è un’immagine ma non un titolo di Dio» (Benedetto XVI, Gesù di Nazaret). «Dio non è né uomo né donna, trascende pertanto la paternità e la maternità umane» (Catechismo n.239).

La rivelazione e il buon senso cristiano sanno riconoscere nel Signore Dio le caratteristiche relazionali della “madre” senza per questo farne una definizione di identità.

La maternità di Dio la capiscono i semplici e i santi. E anche gli artisti. Come per esempio il celebre pittore olandese H. Rembrandt (1606-1669) che nel suo dipinto conosciuto come Il ritorno del figlio prodigo (343 cm di altezza per 182,88 cm di larghezza) ha rappresentato il “Padre” che abbraccia il “figlio” con una mano sinistra maschile, forte e muscolosa, che stringe e sorregge, e la mano destra femminile, delicata e molto tenera, posata dolcemente sulla spalla, non calca, piuttosto accarezza, protegge, consola, calma. Due mani diverse per un unico amore: è insieme amore paterno e materno.

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