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Parrocchia Mater Dei.
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Discorsetto di Don Pierino Stefani nel giorno del 100° compleanno: 7 aprile 2014.

Don Pierino Stefani è stato per oltre 30 anni collaboratore nella Parrocchia Mater Dei. E' sacerdote molto conosciuto e ricordato con affetto.

Fu festeggiato con tanto affetto in occasione dei 100 anni raggiunti il 7 aprile 2014. Don Pierino Stefani era in buona forma fisica e spirituale con voglia di raccontare e di ringraziare Dio e tutti per il bene ricevuto nella lunga vita. A tre settimane da quella festa dei 100 anni ha avuto un calo di forze e un problema polmonare.Nella tarda serata  29 aprile 2014, si è spento e ha raggiunto il Signore.

Don Pietro Stefani era nato a Canezza di Pergine (TN) il 7 aprile 1914. A 8 anni rimase orfano di del papà e quando aveva 11 anni gli morì anche la mamma. Pierino – sempre così fu chiamato da tutti, allora e in seguito - ebbe seri problemi di salute che sembravano toglierlo prematuramente da questo mondo.

Arrivò al Paterno di Tortona il 28 dicembre 1932. Di quell’arrivo e della vicinanza di Don Orione conservò e trasmise preziosi e commoventi ricordi. Nel 1934, andò a Villa Moffa per il noviziato, con Don Giulio Cremaschi, emettendo la Prima Professione il 15 agosto 1934 (77 anni fa!). Seguì il tirocinio a Novi Ligure (1935-1938). Al termine degli studi di teologia, al seminario di Alessandria, fu ordinato sacerdote il 12 luglio 1942 (71 anni fa!), al Santuario orionino di Fumo (Pavia).

Emerse subito per il suo buono spirito religioso e per il tratto paterno, tanto che subito dopo l’ordinazione ebbe incarichi di responsabilità nella formazione: 1943-1946 con i Chierici a Roma - Sette Sale e poi, dal 1947 al 1953 Maestro dei novizi a Villa Moffa di Bra. A Roma, fu poi direttore all’Istituto San Filippo (1958-1964) e dell’Istituto Santa Maria (1958-1964). Seguirono gli incarichi al santuario dell’Incoronata di Foggia (1965-1969), a Roma – Sette Sale (1969-1971), a Santa Rosalia di Palermo (1971-1979).

L’ultima parte della sua vita fu tutta a Roma, ove giunse nel settembre 1979; prima nella comunità dei Mutilatini (1979-1986), poi per due anni, 1986-1988, con il chierici all’Istituto di Sette Sale. Dal 1988, fu viceparroco della Parrocchia Mater Dei. E lo rimase sempre, anche quando i limiti di età lo costrinsero a restare nella vicina Residenza Sanitaria del Centro Don Orione.

Qui lo conobbi nei 5 anni in cui condividemmo la vita alla Villetta Rossa, sede allora della Parrocchia. Si instaurò una confidenza d’anima molto bella. Lo ricordo sempre presente, sempre disponibile per le confessioni e per l’aiuto pastorale, curava il gruppetto della Caritas, l’apostolato della preghiera, faceva un po’ di catechismo agli anziani, predicava ritiri spirituali.

Dal 2005, le energie fisiche hanno cominciato a diminuire, ma non quelle mentali e spirituali, per cui anche dalla sua stanzetta del Centro Don Orione continuò il suo ministero di preghiera, di consiglio, di confessione. “D’in piedi”, fino alla fine.

È giunto ai 100 anni e le sue parole alla Messa di ringraziamento costituiscono per tutti noi un testamento e un inno di lode al Signore. "Io compio 100 anni – disse in quell’occasione -. Io desidererei, se fosse possibile, che il 100 fosse rappresentato da un numero solo, l'Uno, gli altri sono zero che non contano. Dopo tanti anni, dopo tante grazie, ho l'impressione di avere moltiplicato gli zero ma l'Uno è Cristo, l'Uno è Gesù, mi ha voluto bene".

Promosse l’Istituto Secolare Orionino, soprattutto nel periodo di Foggia e di Palermo. Fu vicino alle Piccole Suore Missionarie della Carità di cui fu anche cappellano.

Le caratteristiche eminenti della sua personalità sono state soprattutto quelle riferite alla vita interiore e alle relazioni personali, a tu per tu; ha sempre curato la formazione ascetica in sé e nelle persone incontrate; era una naturale guida spirituale per la sua coerenza personale nel seguire Gesù e il Vangelo senza altre distrazioni. È stato “figlio” in senso spirituale e anche affettivo di Don Orione e della Congregazione. Sapeva di avere incontrato un filone d’oro con la vicinanza di Don Orione e dei primi sacerdoti – ricordava soprattutto Don Sterpi, Don Piccinini e Don Zambarbieri – e a questa miniera sempre egli ricorse per interpretare fatti e scelte di vita di cui divenne umile e tenace trasmettitore.

Con Don Pierino Stefani ci lascia un’altra “icona vivente” di come Don Orione pensava e voleva i suoi religiosi. Certo Don Pierino aveva le sue personali caratteristiche e anche limiti umani, ma egli portava bene impresso ed espresso l’imprinting dello spirito di Don Orione, come un bene per la vita personale propria e per l’apostolato nella Chiesa.
Cogliamo dalla morte di Don Pierino l’invito ad avere un senso sacro dell’imprinting orionino, perché il carisma è un dono di Dio originale ed è per questa originalità che noi Orionini esistiamo. Ed esisteremo.

 

 

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